TATIYAK - letture

Fra cinque minuti l'aereo parte
T
ra le bufere della calotta polare artica
Franco Giovannini – Mare Verticale Editore 2010

Scheda del 3 dicembre 2011 a cura di Tatiana Cappucci

Un libro molto particolare, come un dialogo diretto che l’autore imbastisce con il lettore. Si legge volentieri, in un paio di serate si arriva al fondo delle 258 pagine, ed un po’ dispiace.
Un racconto sempre originale, acuto ed intelligente, una prosa carica di ironia e di disincanto, un ragionare ad alta voce sulle esperienze di vita, di montagna e di ghiaccio.

L’autore consegna all’editore un manoscritto sulla traversata della Groenlandia effettuata insieme a Robert Peroni, un’impresa da sogno, ai confini del mondo, nell’impero del ghiaccio. Un viaggio necessario per riportare ad Ammassalik le slitte ed i cani che avevano permesso a due esploratori di attraversare la calotta polare artica.
Nato quasi per caso, il sodalizio tra l’alpinista trentino e l’esploratore tirolese sarà di stimolo ad entrambi per riflettere sul passato, sul presente e sul futuro del Popolo Inuit.
L’esperienza dura della traversata è motivo di confronto sulle tradizioni minacciate, sullo sfaldamento sociale, sulla tendenza all’autodistruzione, sul pericolo di estinzione, sulla speranza di una rinascita. Il lungo viaggio tra i ghiacci permette all’autore di avvicinarsi a Rob, trasferitosi in Groenlandia già da diversi anni, animato dal desiderio di vivere lontano dai bianchi e di aiutare quegli ometti “timidi, grassocci e ridanciani”.
“Quando Rob cominciò a muoversi verso il ghiacciaio e a salirlo per testare i primi materiali, qualcuno pensò che andasse a caccia e si offrì di accompagnarlo in kayak o in slitta con i cani, almeno fino alla base. Così poté controllare tutte le precauzioni e capire tutti gli accorgimenti che quel modo di andare, all’apparenza così semplice, richiedeva. Perché in quell’ambiente non c’era niente di facile e ogni movimento doveva essere fatto in un certo modo, sempre nello stesso, per evitare dei guai seri”.
Robert Peroni ha avviato negli anni un’attività turistica per scoprire l’Artico e la Groenlandia con gli sci a piedi, con le slitte trainate dai cani, con le guide Inuit per passare sui ghiacci. La sua Red House è diventata il punto di riferimento per i viaggiatori che si avventurano ogni estate su quelle terre fredde e all’apparenza inospitali. E Franco Giovannini ne racconta gli albori, i primi tentativi di introdurre il turismo in una società che mai lo aveva conosciuto, di avviare al lavoro di guida cacciatori abituati a rincorrere le foche, non certo ad assistere uomini bianchi nel picchettare le tende.

Ne esce un quadro curioso, stimolante e forse anche un po’ malinconico: "I sogni sono terribili e sanno sedurre, sanno anche promettere, sanno farti intravedere una grande luce, alla fine di tutte le fatiche, sanno prometterti la gioia. Però, i sogni sono il prodotto dell'intelligenza, di quel di più che ci distingue dagli animali, e perciò possono essere il massimo in positivo e in negativo, possono elevarti o sprofondarti, darti, appunto, gioia o disperazione".


Franco Giovannini
è ingegnere, nasce a Trento, vive e lavora a Milano; un passato importante di alpinista e di viaggiatore nelle regioni più remote della terra, dall’Himalaia, all’Antartide, alla Patagonia, alla Terra di Baffin. Ha pubblicato altri libri di montagna: Arrampicare era il massimo, Vivalda, Torino, 1994; Sud, Est, Nord e noi, Greco&Greco Editori, Milano, 1998; Tibet e dintorni, CDA, Torino, 1999. E’ ritratto nella copertina del libro in una foto dell’archivio Giovannini che dice molto dei suoi sentimenti per la montagna e per i ghiacci.

 

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